La salute dei denti in Gravidanza.

Ogni figlio un dente in meno”, recita un antico detto. Esagerazione d’altri tempi o inquietante profezia? C’è del vero che in gravidanza la salute di denti e gengive sia in pericolo?


I problemi di salute orale sono comuni nelle donne in gravidanza. Negli ultimi decenni molti studi hanno evidenziato l’associazione tra infezioni orali materne e esiti avversi della gravidanza; essi hanno suscitato notevole interesse scientifico e clinico aumentando l’interesse professionale e delle Istituzioni sui possibili interventi preventivi prenatali nel campo della salute orale.
Il controllo delle malattie orali prima e durante la gravidanza migliora la qualità di vita della donna, diminuisce l’incidenza di malattie dentali nel bambino e ha il potenziale di promuovere una miglior salute orale anche nella vita adulta del nascituro. Durante il periodo perinatale l’informazione e le cure degli odontoiatri, degli igienisti dentali, dei medici ginecologi, delle ostetriche e dei pediatri possono avere un rilevante impatto sanitario, per l’influenza che hanno sullo stato di salute orale e sui comportamenti preventivi per la salute orale e generale della gestante e del suo bambino.


Modificazioni fisiologiche del cavo orale in Gravidanza.

La tempesta ormonale che caratterizza la gravidanza (e che si verifica anche in altre fasi della vita della donna, come la pubertà e la menopausa), può accentuare la risposta infiammatoria del tessuto parodontale agli agenti microbici della placca, determinando l’insorgenza di gengivite ipertrofica diffusa o localizzata, caratterizzata da gengive gonfie ed arrossate, spesso definita come “epulide gravidica”.
La particolare reattività gengivale in gravidanza sarebbe legata alle variazioni ormonali tipiche di questo periodo e, in particolare, all’aumento della concentrazione di progesterone nel sangue. Il progesterone accentua, infatti, in presenza di infiammazione, la vasodilatazione e la proliferazione capillare, mentre nel solco gengivale favorisce lo sviluppo di alcuni ceppi batterici, ritenuti responsabili della malattia parodontale. Un altro fattore causale della gengivite gravidica è rappresentato dalla maggiore concentrazione di mucoproteine nella saliva che, rendendola più viscosa, creano una condizione predisponente all’accumulo di placca e l’instaurarsi quindi di un circolo vizioso.
La gengivite trascurata può svilupparsi nella temibile parodontite, che determina la perdita di osso alveolare e di stabilità del dente. Gli studi hanno dimostrato inoltre che l’insorgenza o la progressione della parodontite in corso di gravidanza aumentano il rischio di partorire neonati prematuri e con basso peso alla nascita, indipendentemente da altri fattori di rischio. L’infezione parodontale materna può far aumentare significativamente il livello ematico di mediatori dell’infiammazione (citochine infiammatorie, come interleuchine e prostaglandine). Le elevate concentrazioni ematiche di citochine sono responsabili della rottura delle membrane uterine che inducono il parto pretermine.
È pur vero, tuttavia, che se si osserva una corretta igiene dentale e ci si sottopone regolarmente ai controlli dentistici, ci si mette al riparo da simili evenienze, in quanto non solo si agisce per il meglio sul piano della prevenzione, ma ci si assicura la possibilità di risolvere qualsiasi problema prima che provochi conseguenze gravi. In sintesi, la gravidanza è un periodo particolarmente critico per i denti solo se la futura mamma trascura la sua bocca, sia sul piano dell’igiene orale, sia in relazione ai controlli.


Prevenzione Orale per la gestante

In gravidanza sarebbe ideale sottoporsi a tre controlli odontoiatrici, (uno per trimestre), modificando le procedure operative a seconda del periodo di gestazione. Se, però, la condizione della bocca è ottimale e la futura mamma osserva un’igiene orale puntuale e corretta, ne possono bastare anche due: il primo all’inizio della gravidanza, il secondo nell’ultimo mese.
Terapie estese o complesse (protesi, chirurgia) vanno rimandate al termine della gravidanza considerando l’alterata risposta parodontale e la diminuita resistenza allo stress. La terapia odontoiatrica va limitata ad interventi semplici adottando piani di trattamento in grado di assicurare alla paziente una situazione confortevole priva di stress (controllo del dolore, riduzione del tempo di attesa e della durata della seduta di terapia). Risulta opportuno, però, in caso di trattamenti sulla partoriente, che l’odontoiatra si consulti con il ginecologo curante, per assicurarsi dell’assenza di controindicazioni legate all’utilizzo di farmaci. Non esistono controindicazioni all’uso di anestetici locali poiché i principi comunemente utilizzati sono sicuri in quanto non attraversano la placenta grazie al loro elevato peso molecolare. La radiografia delle arcate dentarie, la panoramica, deve essere utilizzata selettivamente se indispensabile per una diagnosi o un trattamento non differibile. Se possibile va evitata nel primo trimestre, periodo nel quale si svolgono le tappe principali dell’organogenesi; successivamente possono essere eseguite secondo necessità, utilizzando le apposite precauzioni: utilizzo di speciali grembiuli piombati che coprono torace e addome e inoltre orientare i raggi X in modo da non sfiorare neppure la pancia.

Le regole per una corretta igiene dentale.

Fondamentale è lavarsi i denti dopo ogni pasto e dopo aver mangiato qualsiasi cosa che contenga in modo particolare zucchero.
Si deve utilizzare uno spazzolino con setole morbide, per non irritare ulteriormente le gengive. Lo spazzolino andrebbe sostituito ogni mese. Ogni singolo dente va spazzolato con cura attraverso un movimento verticale, e cioè dall’alto verso il basso e viceversa, senza esagerare con la pressione delle setole. A livello del solco gengivale, che si trova nella parte inferiore del dente, nell’attaccatura tra dente e gengiva, si deve effettuare un movimento circolatorio. Se la gengiva tende a sanguinare, non ci si deve preoccupare o spaventare, né si deve sospendere la pulizia, dato che il sanguinamento tende a cessare quando tutti i residui di cibo (e gli eventuali batteri ammassati) vengono eliminati dalla corretta pulizia. Per quanto riguarda il dentifricio, è preferibile che contenga fluoro. Il filo interdentale, preferibilmente cerato, andrebbe impiegato dopo ogni pasto o almeno nel corso della pulizia serale, perché permette di eliminare i residui di cibo che sfuggono allo spazzolino. Il reale beneficio prodotto dall’uso del filo è la sua capacità di disgregazione della placca che si annida negli spazi interdentali. Non bisogna dimenticare la rimozione dei batteri che si annidano sul dorso della lingua, perché essi sono la causa più frequente di alitosi. Lo strumento indicato per la loro rimozione è il puliscilingua. In gravidanza potrebbe risultare difficoltoso l’utilizzo di questo strumento a causa del senso di nausea, che spesso provoca. Alle donne che durante la gravidanza vomitano spesso, si consiglia di sciacquare accuratamente la bocca con acqua con disciolta una piccola quantità di bicarbonato (un cucchiaino), o con un collutorio contenente fluoruro, subito dopo aver vomitato. In questo modo si può neutralizzare l’acidità dell’ambiente orale e si evita che l’acido gastrico indebolisca lo smalto dei denti.
Una corretta igiene dentale protegge non solo dalle carie, ma anche da problemi che possono compromettere lo stato di salute generale. La carie è, infatti, la conseguenza di un processo chimico che avviene quando sulla superficie dei denti rimangono depositi di sostanze acide, che favoriscono l’azione dello Streptococco mutans, responsabile della carie. Ma non solo: le colonie di batteri che si concentrano sul dente sporco possono insediarsi tra gengiva e dente e da lì introdursi nel circolo sanguigno, raggiungendo valvole cardiache, reni e articolazioni. In una simile eventualità diventa alto il rischio di infezioni che possono alterare la funzionalità dei singoli organi.
Inoltre alla domanda se è consigliabile assumere un’integrazione di fluoro fin dai primi mesi di gravidanza per la salute dei denti del bambino, non è facile dare una risposta, perchè quello della fluoroprofilassi in gravidanza è un argomento ancora piuttosto dibattuto. Il fluoro, o, più precisamente il fluoruro di sodio, è una sostanza che aiuta a prevenire le carie in quanto rende lo smalto dei denti più forte e resistente nei confronti dell’azione dello Streptococco mutans. La SINU (Società italiana di nutrizione umana) non raccomanda un aumento del fabbisogno di fluoro durante la gravidanza e l’allattamento, in quanto il suo impiego è inutile per quanto riguarda la protezione dei futuri denti del bambino, mentre ha una sua giustificazione contro il rischio di carie e gengiviti della donna. L’assunzione di fluoro può realizzarsi per via sistemica, attraverso le compresse per esempio o per via topica attraverso l’applicazione di gel, vernici, dentifrici e collutori a base di fluoro.
Per quanto riguarda invece l‘integrazione del calcio e della vitamina D per garantire una buona salute dentale del nascituro, non sono ancora disponibili studi sugli effetti dell’implementazione di queste vitamine e minerali. Durante la gravidanza, per coprire il fabbisogno di calcio del bambino è sufficiente che la donna segua una dieta equilibrata e varia, in cui non manchino il latte ed i suoi derivati, frutta e verdura. Seguire una dieta equilibrata durante la gravidanza è quindi importante anche per i denti del bambino! Dalla sesta settimana di gravidanza infatti, nel feto iniziano a formarsi le lamine dentarie, da cui si svilupperanno i 20 denti decidui e, successivamente, i 32 denti permanenti. Dalla ventesima settimana di gravidanza, invece, si forma lo smalto. Per sviluppare ossa e denti sani, il nascituro ha bisogno di sostanze minerali, che trova in quel che mangia e beve la mamma. In altre parole, se la mamma è sana e segue un’alimentazione corretta non vi è alcun bisogno di un’integrazione del calcio.

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