In un percorso di “remise en forme” dopo la gravidanza ci sono degli elementi importantissimi da prendere in considerazione prima di fare qualsiasi tipo di esercizio/allenamento fisico. Il primo elemento da tenere in considerazione è la DIASTASI!
Sintomi della diastasi addominale
Una volta che i muscoli addominali perdono la loro efficacia, non sono più in grado di effettuare la loro funzione stabilizzante del tronco. Mancando la barriera naturale dei retti addominali, gli organi interni premono verso l’esterno, dando alla pancia una caratteristica forma prominente e dando l’impressione di gonfiore, che spesso viene scambiato anche per una nuova gravidanza.

Anche se erroneamente considerata da molti una patologia innocua o solamente estetica, le conseguenze che la diastasi provoca, sono importanti alterazioni nella meccanica del bacino che potrebbe predisporre a sovraccarichi e quindi problemi su anche, bacino e schiena.
Il cedimento della linea mediana che tiene uniti i due retti addominali e che funge da “cerniera” tra i due muscoli ha come risultato che la parete addominale non è più in grado di contenere con efficacia la pressione degli organi endoaddominali, con conseguente distensione dell’addome per la “fuoriuscita” degli organi interni. Inoltre, considerando che la funzione principale di questi muscoli è di contenere gli organi addominali, si possono avere ernie, soprattutto ombelicali, in quanto tali organi non incontrano più una certa resistenza.
Il caratteristico segno della diastasi addominale è anche una sorta di cresta (o “pinna”) che si forma in corrispondenza della linea alba e che va dal processo xifoideo dello sterno all’ombelico e che si manifesta più evidentemente con la tensione dei muscoli dell’addome.

I sintomi “funzionali” che la diastasi dei retti può provocare sono:
• dolori alla schiena/anche/bacino
• incontinenza
• ernia
• gonfiore/nausea
• difficoltà digestive/respiratorie
• peristalsi
• postura da iperlordosi
• senso di pesantezza al Pavimento Pelvico.
Fattori di rischio per le donne in stato di gravidanza.
Anche se purtroppo la causa di questa separazione durante la gravidanza non è prevedibile, sono stati comunque rilevati dei fattori di rischio:
- l’età della gestante superiore ai 35 anni;
- il feto con un peso elevato;
- la gravidanza gemellare;
- altre gravidanze precedenti con problemi di diastasi;
- incremento di peso in gravidanza;
- stile di vita della donna: in particolare che tipo di attività fisica ha praticato prima della gravidanza e durante la gravidanza stessa, o se avesse abitudini sedentarie.
Possibili ulteriori cause dell’insorgere di questa patologia sono:
- indebolimento muscolare;
- obesità;
- vecchiaia;
- eccessiva attività fisica;
- altre malattie che provocano conati intensi di vomito;
- tosse cronica.
In alcuni individui la diastasi è presente dalla nascita. Nei bambini è piuttosto frequente e tende a risolversi spontaneamente nei primi anni di vita. In rarissime eccezioni tuttavia, può verificarsi l’insorgenza di ernia ombelicale o ventrale, per le quali risulta necessario intervenire chirurgicamente.
Come si diagnostica la diastasi addominale e quali sono i passi da seguire.
È possibile verificare e riconoscere, in autonomia, se hai la diastasi ed avere anche un’idea della sua ampiezza, grazie a questo semplice “test di autovalutazione”, che ti spiegherò di seguito.
– Sdraiata supina piega le ginocchia tenendo la pianta di entrambi i piedi appoggiata a terra. Metti una mano dietro la testa e l’altra sopra il muscolo addominale. Le dita della mano riunite devono essere orizzontali rispetto alla linea mediana all’altezza dell’ombelico (praticamente la mano sarà perpendicolare rispetto alla linea alba).
– Premi leggermente con le dita sul muscolo addominale rilassato.
– Solleva testa e spalle dal pavimento senza piegare il collo e senza avvicinare il mento allo sterno, come per effettuare il “crunch” (addominali) contraendo il muscolo addominale.
Questo movimento serve a cercare le pareti destra e sinistra del muscolo e a comprendere dov’è che i muscoli retti dell’addome si stringono intorno alle dita a mò di pinza e quindi da che punto teoricamente comincia la Diastasi.
Se viene eseguita in modo corretto, a mano a mano che la contrazione aumenta, si dovrebbe notare una diminuzione del “foro” nell’addome, tra i due retti.
– Quindi ci si rilascia, poggiando nuovamente la testa sul pavimento, e si percepisce il gap, il buco fra i retti. La valutazione quindi avviene in rilassamento.
Si parla di diastasi quando (la diastasi si valuta nel senso della larghezza delle dita, non nel senso della profondità):
- la separazione tra i retti al tatto è larga almeno 2-3 dita;
- non si riduce considerevolmente se si aumenta la contrazione degli addominali (anche se in alcuni casi potrebbe chiudersi completamente in contrazione);
- si nota una piccola escrescenza che fuoriesce.

A questo punto è consigliabile una visita specialistica con un chirurgo per valutare bene la distanza tra i due muscoli e l’entità del danno che può essere valutato in maniera autonoma seguendo queste indicazioni.
In genere, il medico diagnostica la diastasi addominale attraverso il solo esame obiettivo. In caso di dubbi consiglierà di eseguire una risonanza magnetica (o una TAC) o un’ecografia dei MUSCOLI DELLA PARETE ADDOMINALE per valutare l’entità. È importante che il medico ecografista specifichi bene sul referto i centimetri di distanza e che cerchi eventuali ernie.
Cosa fare.
In caso di diastasi fisiologica, sotto i 3 centimetri, è consigliabile fare attività fisica specifica e farsi seguire in questo da un professionista specialista della rieducazione e cominciare con quel tipo di esercizi orientati alla tonificazione del muscolo trasverso dell’addome, che è quello situato più in profondità e che è il principale muscolo nell’azione di contenimento dei visceri, per poi proseguire con esercizi che includano anche gli addominali più in superficie come appunto i retti, orientati al ripristino di elasticità e tonicità.
Se hai questo problema, non esitare a contattarmi. Insieme troveremo una soluzione!