Come schiaffi nel corpo e nell’anima: il Dolore Pelvico Cronico.

Il dolore rappresenta il lato oscuro della vita, che ridefinisce valori e priorità, anche se la pervadente cultura occidentale centrata sul piacere tende a negarlo o rimuoverlo, come se fosse un difetto disturbante o un problema inventato. O ancora, l’espressione psicosomatica di una vocazione al lamento, figlia della depressione o dello stress. Condividere una riflessione sulla verità del dolore, e la sua centralità nella vita, può aiutarci a migliorare la consapevolezza, il rispetto e l’attenzione con cui ascoltare e trattare questo sintomo e le persone che ne sono colpite, che vanno ascoltate e curate con sensibilità e gentilezza.


Definizione del Dolore Pelvico Cronico

Milioni di uomini e donne soffrono a causa di un dolore, un malessere o una disfunzione a livello della pelvi anatomica, tuttavia il dato preciso non è disponibile.
Questi disordini includono spesso dolore e disfunzioni legate alla minzione, alla defecazione e all’attività sessuale e possono essere chiamati Sindromi del Dolore Pelvico Cronico (CPPS). Una persona può sperimentare solo un sintomo, mentre un’altra può sperimentarli tutti. A volte i sintomi variano inspiegabilmente da un giorno all’altro, o da una settimana all’altra.
Il Dolore Pelvico Cronico può essere paragonato ad un continuo “mal di testa”, ubicato però a livello del bacino.

Un “mal di testa” nel bacino


La comunità scientifica internazionale descrive il “dolore pelvico” come “un dolore ciclico o continuo”, che può manifestarsi quindi episodicamente, essere persistente o ricorrente, di durata superiore a sei mesi, avvertito a livello dei quadranti addominali inferiori con possibili irradiazioni alla regione lombare, ai genitali esterni, agli inguini, alla regione sovra-pubica, al sacro-coccige, alla radice delle cosce, e che è associato a sintomi e disfunzioni del basso tratto urinario, genitali e sessuali, intestinali e ano-rettali senza alcuna evidenza di infezioni né di altre patologie organiche. La variabilità dei sintomi e l’assenza spesso di una causa organica disorienta gli specialisti che, fino a poco fa, non consideravano una diagnosi di “dolore pelvico” in quanto tale e per anni l’hanno ricondotta a fattori “psicologici”.   
 Il dolore è generalmente causato da un’infiammazione, responsabile della liberazione di milioni di molecole che inizialmente agiscono a livello locale, ma se non curata tende a propagarsi agli organi vicini fino al cervello, causando neuroinfiammazione e sregolazione dei meccanismi centrali del dolore: si abbassa la soglia centrale del dolore (neuroplasticità). Questa alterazione può amplificare la percezione di stimoli non dolorosi fino a renderli dolorosi oppure accentuare la sensazione di stimoli poco dolorosi o ancora mantenere la percezione del dolore in assenza di stimolo. Ecco come il dolore diventa malattia (“dolore neuropatico”).
Molte persone affette da questa sindrome affermano solitamente di non provare dolore, ma fastidio, irritazione, sensazione di gonfiore, sofferenza, bruciore o altre sensazioni spiacevoli. Ma di tanto in tanto la maggior parte di queste persone sentiranno anche un dolore intenso o lancinante. Di solito è come una fitta acuta, una sensazione di indolenzimento, di bruciore, o contrazione. Spesso è un vero e proprio dolore. Tutti i sintomi appena descritti possono essere intermittenti o costanti, diurni o notturni, più intensi da seduti o in piedi, o più frequenti durante i periodi di stress.

Dolore lancinante
Sensazione di bruciore
Sensazione di peso


Il dolore pelvico cronico può dipendere da diverse patologie spesso coesistenti; la pelvi accoglie infatti, oltre agli organi dell’apparato urinario e riproduttivo, anche del gastroenterico oltre che muscoli, legamenti, articolazioni e una fitta rete di nervi. Tra le cause più frequenti si annoverano disturbi di motilità intestinale (tra cui IBS, ossia la sindrome dell’intestino irritabile) 50-80%, disturbi muscoloscheletrici 30-70%, diagnosi urologiche 5-10%, endometriosi avanzata e/o aderenze intestinali <5%, diagnosi mediche multiple 30-50% e nessuna diagnosi medica identificabile <5%.
Particolare attenzione in questo contesto va posta anche sul Pavimento Pelvico, il telo muscolo-legamentoso che chiude in basso il bacino. Il bacino è una zona del corpo facilmente soggetta a tensioni ma, mentre riusciamo con facilità a sentire quando una spalla si contrae, o l’addome diventa duro, avvertire la stessa tensione al bacino non è altrettanto semplice. E così, quasi senza che ce ne accorgiamo, la zona pelvica si irrigidisce a poco a poco. Le tensioni mai scaricate si sedimentano e si cronicizzano: il risultato è una pelvi eccessivamente contratta. Una contrazione pelvica protratta può causare o aggravare diverse disfunzioni: cistiti, dolori mestruali, stitichezza ed emorroidi. Anche il rapporto sessuale può diventare più difficile, la penetrazione fastidiosa e sgradevole.   

Sebbene molte persone soffrano di un mal di testa nel bacino, la maggior parte di loro si sente sola nell’affrontare le proprie difficoltà. Le aree del corpo genitali, urinarie e atte alla defecazione sono considerate private, e spesso è molto difficile parlarne, persino con amici intimi o parenti.
Anche per i medici il Dolore Pelvico Cronico continua ad essere un’incognita, alla quale si approcciano con molta difficoltà e diffidenza, a causa forse di una mancanza di formazione strutturata.  
Per comprendere il grado di confusione intorno a questa sindrome, riporto di seguito la storia dell’elefante e dei sei ciechi.

C’erano una volta sei saggi che vivevano insieme in una piccolo villaggio.
I sei saggi erano ciechi.
Un giorno fu condotto in città un elefante. I sei saggi volevano conoscerlo, ma come avrebbero potuto essendo ciechi?
“Io lo so”, disse il primo saggio , “ lo toccheremo.”
“Buona idea”, dissero gli altri ,”così scopriremo com’è fatto un elefante.”
I sei saggi cosi andarono dall’elefante.
Il primo saggio si avvicinò all’animale e gli toccò l’orecchio grande e piatto. Lo sentì muoversi lentamente avanti e indietro, producendo una bella arietta fresca e disse: “L’elefante è come un grande ventaglio”.
Il secondo saggio invece toccò la gamba: “Ti sbagli. L’elefante è come un albero”, affermò.
“Siete entrambi in errore”, disse il terzo. “L’elefante è simile a una corda”. mentre gli toccava la coda.
Subito dopo il quarto saggio toccò con la mano la punta aguzza della zanna. ”Credetemi, l’elefante è come una lancia”, esclamò.
“No, no”, disse il quinto saggio “che sciocchezza!” , “l’elefante è simile ad un’alta muraglia”, mentre toccava il fianco alto dell’elefante.
Il sesto nel frattempo aveva afferrato la proboscide. “Avete torto tutti”, disse, “l’elefante è come un serpente!”
“No, come una fune”.
“No, come un ventaglio”.
“Come un Serpente!”
“Muraglia!”
“Avete torto!” “No ho ragione io!”
I sei ciechi per un’ora continuarono a urlare l’uno contro l’altro e non riuscirono mai a scoprire come fosse fatto un elefante!

La parabola dei ciechi e dell’elefante

Il Dolore Pelvico Cronico è dunque come l’elefante. Ogni specialista ne tocca solo una parte e da questo crede di saperne tutto. La natura della specializzazione medica porta i medici a vedere il problema solo attraverso la lente del proprio campo specifico e, a seconda dello specialista che si incontra, la condizione può essere chiamata con un nome diverso.

Importanza di una diagnosi accurata                              

L’infiammazione e il dolore sono curabili, a condizione che la diagnosi sia accurata e precoce. Tanto prima, tanto meglio, perché si evitano le complicanze di un incendio biochimico che devasta l’architettura cellulare e la funzione dei diversi tessuti e organi coinvolti.   
Essendo il Dolore Pelvico una condizione clinica articolata, caratterizzata da sintomi molto complessi, si rende necessario un team medico composto da vari specialisti, dal ginecologo, all’urologo, al gastroenterologo. È assolutamente importante che i medici non vedano il problema solo attraverso le lenti del proprio campo specifico, ma al contrario che integrino le proprie competenze per cogliere tutti gli aspetti che connotano la complessità di questa patologia, in modo da indagare tutte le possibili cause e di individuare le misure terapeutiche più indicate.
Non esiste una terapia univoca per tutte le pazienti, ma è necessario profilare l’approccio specifico per ogni singola donna finalizzato a precisi obiettivi di cura. Elemento essenziale è la multimodalità, intesa come l’associazione di più terapie contemporaneamente o in sequenza, al fine di consentire un’efficacia superiore rispetto all’uso di un singolo trattamento.

Un problema fortemente limitante e tanta solitudine.

Il dolore pelvico cronico è una patologia altamente invalidante, non soltanto per la sofferenza fisica prodotta dal dolore, ma soprattutto per la sofferenza psicologica che determina uno stato di tensione e irritabilità che inevitabilmente si ripercuote sul rapporto con gli altri; in particolare la relazione con il partner subisce l’impatto negativo maggiore, sia perché la donna non si sente capita e sostenuta (soprattutto laddove non sia stata formulata una diagnosi), sia perché il dolore spesso porta a ridurre fino a sospendere l’attività sessuale. Il dolore è talmente pervasivo da condizionare anche le attività quotidiane, inducendo a modificare i ritmi di vita e adattarli alla sintomatologia stessa: le attività quotidiane, anche le più semplici, diventano un peso insostenibile, e l’incapacità di portare avanti i propri impegni familiari, domestici, lavorativi, sociali e ludici genera sensi di colpa, frustrazione, insoddisfazione e inadeguatezza, che spesso sono acuiti dalla incomprensione di chi sta intorno.

Stop alla sofferenza fisica e psicologica

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