“Ho perso una gocciolina di pipì, ma cosa vuoi che sia? Tanto si risolverà!”.
E se per caso il disturbo persistesse? L’assorbente non ti aiuterà a risolvere l’Incontinenza purtroppo…
L’incontinenza urinaria femminile è da considerarsi una “malattia silenziosa” perché le donne che ne soffrono raramente ne parlano per senso di vergogna e pudore personale, quasi fosse un’umiliazione o addirittura non si rendono conto della gravità della problematica, rendendo di difficile valutazione la dimensione del problema. Eppure si tratta di una patologia molto comune: oltre due milioni di donne fra i 35 ed i 65 anni (20-30%), solo in Italia, soffre di Incontinenza Urinaria (Fonte F.I.C. e SIU).

Definizione e fattori di rischio
L’incontinenza urinaria è dunque una qualsiasi perdita involontaria di urina, per incapacità di controllare e trattenere.
Si tratta di una condizione che colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini perché la presenza dell’apertura vaginale comporta infatti che le pressioni intra-addominali generalmente siano direzionate nella parte anteriore del perineo, definito perciò un “luogo di minor resistenza”. La gravidanza e il parto sono poi da considerare come due fattori di rischio perché causano lo stiramento dei legamenti di sostegno della vescica. Ma questi non sono solo gli unici fattori tra le cause dell’incontinenza femminile. Anche gli ormoni possono svolgere la loro parte, perché garantiscono il mantenimento del tono muscolare dell’intera area pelvica. Con la menopausa cala la loro produzione e quindi assistiamo ad un aumento degli episodi di perdite involontarie di urina. Altri fattori legati allo stile di vita che possono facilitare l’insorgere dell’incontinenza sono l’obesità, l’assunzione di alcool e caffeina in quantità eccessive, una scarsa attività fisica, la stitichezza, il fumo e l’assunzione di alcune tipologie di farmaci. Anche le infezioni del tratto urinario possono esserne una causa. Un indebolimento del Pavimento Pelvico che circonda l’uretra, causandone talvolta un’ipermobilità, può essere anche una causa di perdita d’urina.
L’incontinenza urinaria, inoltre, può essere uno dei sintomi di patologie più gravi, come ad esempio come alcune forme di tumore della vescica oppure alcune malattie neurologiche (che alterano o interrompono i collegamenti nervosi tra vescica e cervello) come il Parkinson, l’Alzheimer, l’ictus, lesioni o danni al sistema nervoso. In altri casi la mancanza di controllo della vescica può derivare dai danni ai nervi causati da diabete, sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale. Le perdite involontarie di urina possono anche essere esito di interventi chirurgici, specie su organi vicini alla vescica (ad esempio sull’utero).
Un problema con tanti volti …
Non tutte le incontinenze sono uguali. Esistono varie forme, che vengono classificate sulla base delle modalità con cui si presentano i sintomi.
- Incontinenza da sforzo (IUS), si manifesta quando aumenta la pressione del contenuto addominale sulla vescica; ci sono occasioni che comportano un aumento più intenso della pressione, per esempio è il caso dell’esercizio fisico, come correre e sollevare pesi (portare la spesa, prendere tra le braccia un bambino), oppure anche di situazioni come il camminare, il salire e scendere le scale, il cambiamento di posizione, ma è pur vero che perdite involontarie si possono verificare quando l’aumento della pressione è più lieve, come quando si ride, si tossisce o si starnutisce.
- Incontinenza da urgenza (IUU), causata da contrazioni irrefrenabili ed inappropriate della vescica, che avvengono senza che tu lo voglia e senza alcun preavviso. Sentirai clinicamente parlare di sindrome della Vescica iperattiva o Instabilità Detrusoriale (OAB), terminologia usata per indicare il seguente insieme di sintomi: urgenza (improvviso e intenso bisogno di urinare, che non può aspettare; può insorgere anche se la vescica non è piena, e se accompagnato anche da perdite di urina prima che si raggiunga il bagno, si manifesta la cosiddetta incontinenza da urgenza); ritmo minzionale alterato (frequenza ad urinare spesso (pollachiuria), sia di giorno che di notte (nicturia, lo svegliarsi di notte più di una volta per il bisogno di urinare).
- Incontinenza mista, nella quale coesistono e sono presenti i sintomi caratteristici di entrambi i tipi di incontinenza, appena descritti.
Tra le altre possibili forme di incontinenza, vi è anche la cosiddetta incontinenza da rigurgito –overflow incontinence– caratterizzata da incapacità della vescica a svuotarsi in modo sufficiente rimanendo troppo piena e facendo traboccare l’urina, con minzioni conservate di piccole quantità e con sintomi e disturbi riferibili alla fase di svuotamento vescicale ed anche post minzionali. È solitamente presente sia di giorno che di notte.
Come si può curare?
La scelta migliore per arginare le perdite è rivolgersi o al medico di famiglia o alla propria ostetrica di fiducia, figure che possono giocare un ruolo chiave nell’accertare (ed anche nel trattare) i disturbi dell’incontinenza urinaria, nella forma non complicata da altri fattori. Essi rappresentano un vero e proprio “punto di snodo”, nel senso che da qui la paziente potrà poi essere indirizzata ed affidata nelle mani di un figure mediche specializzate, coinvolte nella cura e gestione dell’incontinenza urinaria: Urologi, sicuramente esperti di questo problema, ma anche Ginecologi (e Uro-ginecologici particolarmente esperti del campo), ricordando come proprio le donne siano così soggette a questo disturbo; Neurologi per quei casi particolari in cui una malattia del sistema nervoso sia la causa principale del problema urinario. La fase diagnostica è fondamentale per identificare le tipologie di incontinenza, le cause e i possibili trattamenti affinché paziente, medico di base e specialista possano pianificare il percorso terapeutico più idoneo.
Per la cura dell’incontinenza urinaria si possono percorrere diverse strade, in funzione della causa e della gravità. Nell’ambito dei rimedi per l’incontinenza urinaria femminile una soluzione non esclude l’altra, anzi, può essere utile attivarne più d’una contemporaneamente e in casi selezionati sono vantaggiosi e efficaci trattamenti multidisciplinari (ginecologici, urologici, fisiatrici).
Modificare lo stile di vita è sicuramente la base da cui partire, per poter poi iniziare i successivi trattamenti.
C’è poi la Rieducazione funzionale della muscolatura pelvi-perineale e l’assunzione di farmaci specifici, come la terapia estrogenica locale nelle donne in menopausa o di farmaci che riducono l’attivazione “non controllata” del muscolo detrusore della vescica.
Infine la chirurgia: è indicata solo in alcuni casi di incontinenza che non trovano beneficio con altri tipi di trattamento.
Esiste il disagio che può essere curato nel tempo, non la malattia cronica che spegne ogni speranza. Infatti questo disturbo, se affrontato in modo adeguato, può essere sconfitto o tenuto sotto controllo in modo efficace.
Non crogiolarti nella commiserazione che ti impedisce di vivere una vita senza colore … Reagisci!!!
La tua ostetrica, Francesca